Al Museo di Pitagora le opere di Kroton di Arone

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Al Museo di Pitagora le opere di Kroton di Arone

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Description

Presso il Museo di Pitagora, sito su Parco Pitagora (ex Parco Pignera), vi è la mostra di Giovanni Maria Arone.

Giovanni Maria Arone, scultore e scrittore Influenzato dall’orfismo e dal pitagorismo, (matrice culturale della sua terra di appartenenza), applica i criteri della scuola filosofica di Pitagora alle sue opere. Dopo varie esperienze artistiche in Italia e all'estero dove ha vissuto per alcuni anni, torna a Crotone per aprire un laboratorio di scultura. Attualmente vive ed opera tra Roma e Crotone portando avanti i suoi studi sull’orfismo, sul pitagorismo e sul platonismo svolgendo mostre e convegni in tutta l'Italia, con l’intento di risaltare l'importanza che la scuola pitagorica ha avuto nella storia, sia dal punto di visto filosofico- spirituale, sia dal punto di vista scientifico.

Ecco le sculture:

Kroton 777
La pietra, prelevata dal mar jonio, è stata lavorata e poi incendiata con una voluta allusione simbolica all'approdo delle tribù achee sulle coste calabresi. Il messaggio artistico assume così anche una valenza politica e sociale consistente nel richiamo esplicito ad un popolo che ha fondato, con le proprie forze e con il proprio onore, cittá fiorenti che si sono erette a vero e proprio esempio per i popoli del mediterraneo.

In questo caso l'elmo da battaglia diviene un monito ed un richiamo ad un archetipo che deve essere necessariamente metabolizzato dalle comunitá, al fine di far evolvere le coscienze individuali e collettive verso un fine filosofico più alto e dignitoso.
Autore: Giovanni Maria Arone
materiali: pietra arenaria del mar jonio su base di granito nero africa
dimensioni: 20x16x65 cm.

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Santa Tetraktis da battaglia 002
Holy Tetraktis Battle 002
2015 (si riferisce all'anno in cui è stata acquistata l'opera) cm 200x100
Granito nero su base di granito nero africano
Black granite on black Arfican granite base

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Kroton 777
2015 (si riferisce all'anno in cui è stata acquistata l'Opera)
cm 20×16×65
Pietra arenaria del Mar Jonio su base di granito nero africano
Sandstone of Jonion Sea on black Arfican granite base

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"TESTA DI FILOSOFO PITAGORICO"

L'opera trae spunto dai famosi ed enigmatici " versi aurei" di Pitagora. Una parte di tali versi è stata incisa in greco antico cosi come riportata dalla Tradizione. Cosi recita la traduzione incisa sulla parte dell'opera: " Venera gli Dèi immortali secondo il culto consacrato; Conserva in seguito la tua fede; rendi onore alla memoria degli Eroi che hanno agito per il bene, e degli Spiriti semi divini.

Sii un buon figlio, un fratello giusto, uno sposo tenero e un padre amore-vole. Scegli per amico l'amico della virtù; cedi ai suoi amorevoli consigli, istruisciti secondo la sua via e non abbandonarlo se subisci un lieve torto; Almeno se lo puoi: perché una legge severa lega la Potenza alla necessità. Il tuo compito tuttavia è di combattere e vincere le tue folli passioni: impara a dominarle." La scultura, oltre a richiamare un messaggio pitagorico è intrisa di significati alchemici. Sulla fronte della testa è stato inciso il simbolo del Mercurio Solare.

AUTORE: GIOVANNI MARIA ARONE

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La stella a 5 punte per gli Egizi raffigurava il Sole, Horus, nato da Iside e Osiride. Di seguito fu usata da Pitagora per dimostrare il segmento aureo. In linea generale il pitagorismo è sinonimo di scienza dei numeri. Numeri che sono le idee archetipiche ed i modelli geometrici d'ogni forma in mani-festazione. Nei suoi studi Pitagora (572 - 497 a.C.) fece rivivere la scienza della «Parola» ovvero il potere del suono. Rese una scienza esatta lo studio del suono che dall'Ente supremo si muove attraverso caratteristiche meta-fisiche. Con lo studio sugli intervalli sonori (ottave) penetrò le forme armoniche (toni) fino al suono silenzioso.

Ridusse a valori matematici i rapporti sonori tra masse planetarie e sistema solare concependo i rapporti con la struttura dell'uomo in quelle che vennero definite le Leggi dell'Armonica. Il ret-tangolo, avente i lati che rispettano la proporzione aurea, è detto rettangolo aureo ed esso si può originare tantissime volte nel cosiddetto Pentalfa. Pentalfa significa "cinque alfa", ossia cinque principi. Il Pentagramma, simbolo dei pitagorici, conteneva una parola che corrisponde a "sta bene" che per i greci significava vita e salute.

Con una figura umana inscritta al suo interno i cui arti toccano la circonferenza (detta di Agrippa) rappresenta il microcosmo umano ed i cinque centri di forza del corpo. La stella a 5 punte è anche chiamata Stella dei Magi, in ossequio al segno di potenza e di luce che illumina il cammino spirituale; per questo motivo viene messa sul presepio e sull'albero di natale. Gli architetti medievali che costruirono le Cattedrali Gotiche ravvisavano nel pentalfa il valore numerico del numero d'Oro (1,618...) con cui nelle costruzioni stabilivano il rapporto di 3 a 5.

Le proporzioni del numero d'Oro si ritrovano in tutto ciò che nell'uomo crea una sensazione di armonia e di bellezza e la loro utilizzazione è di grande fecondità. Questo segno dinamico della natura e dell'uomo, però non tocca i "piani superiori". Solo i cerchi che se ne dipartono, tracciati dal "Compasso dello Spirito" permettono di giungervi. «...la Stella Fiammeggiante è il centro da cui si irradia la vera luce.» -Guille- mai de Saint Victor. Sin dall'antichità è stato associato al pianeta Venere. Questo pianeta, infatti, è l'unico del nostro sistema che può essere identificato con una semplice struttura grafica e senza equivoci, derivata dal tracciamento dei suoi movimenti astronomici attraverso lo Zodiaco. Infatti, se si segnano le posizioni planetarie di Venere lungo i 360° del cerchio zodiacale, la figura che si forma è proprio un pentagramma perfetto. Lungo questo percorso il pianeta passa da momenti di invisibilità a momenti di estrema luminosità; Quando poi l'astro si trova in prossimità del Sole si manifesta secondo una duplice natura ed è conosciuto come Stella del Mattino, Phosphoros, o Lucifero ("portatore di luce") e come Stella della Sera, Hespheros, o Afrodite (dea della bellezza, della sessualità e della pace). I popoli antichi l'hanno spesso associato alle loro maggiori divinità femmi-nili: i Sumeri ad Inanna, la Dei dei Cieli, i Babilonesi ad Astarthe, gli Acca-diani a Ishtar, i Greci ad Afrodite, i Romani a Venere, e così via. Per gli Egiziani il simbolo raffigurava Horus, il figlio di Iside ed Osiride, il Sole. Rappresentava la materia prima di alchemica, sorgente inesauribile di vita, fuoco sacro, germe universale di tutti gli esseri. Materiali: Legno di pero selvatico. Dimensioni 75cmx75cm. Autore: Giovanni Maria Arone.

Mappa - Indirizzo

Informazioni

Indirizzo Mappa
Via G.Falcone, 9 Crotone

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